Microbiota e Shiitake o Lentinus edodes: il fungo che combatte virus e batteri. Correlazioni in Medicina Cinese

In questo particolare momento di crisi generale dato dal rapido contagio del Coronavirus, la cosa più importante che possiamo fare è aumentare le nostre difese immunitarie per allontanare il più possibile le probabilità di contagio, oltre che rispettare le normative imposte dal governo. Per fare ciò, dobbiamo usare delle sostanze mirate che agiscano su una specifica linea del sistema immunitario detta TH1 e potenziando la risposta del pattern TH1 ad essa collegato. Quando si innescano infezioni da parte di patogeni intracellulari, il sistema immunitario mette in atto un link di difesa specifico che tende a produrre l’interleuchina12 (IL12) attivando la maturazione dei linfociti del pattern TH1 in modo tale da ottenere una risposta cellulo-mediata. Se l’organismo si trova già in uno stato di immuno soppressione causato da problematiche precedenti, si ha un blocco della risposta delle IL12 la quale riveste un ruolo di tipo citotossico. Questa catena di attivazioni, in un organismo sano produce invece un innesco regolare della risposta citotossica assieme ad un incremento dell’attività dei macrofagi, dei linfociti TH1, dei linfociti CD8 e dei Natural Killer, i quali tutti assieme, generano la risposta di attacco e distruzione delle cellule infettate impedendo anche che il ciclo replicativo del Virus vada avanti. I funghi medicinali ed in questo caso lo Shiitake, hanno la capacità di mediare la risposta pro e contro infiammatoria del nostro sistema immunitario per via indiretta, lavorando a livello intestinale sul microbiota, bilanciando il sistema con un effetto definito: Biological Response Modifiers (BRM) attraverso l’azione specifica dei Betaglucani. Essi sono dei veri e propri induttori delle citochine, fanno in modo che queste si attivino e si disattivino nella giusta maniera aiutando la risposta della linea dei TH1 del sistema immunitario, rendendola più performante nel combattere gli attacchi di tipo virale. Polisaccaridi specifici come la Chitina, contenuta in toto nello Shiitake, hanno un’importante azione benefica sul Microbiota intestinale, favorendo la crescita di microrganismi utili quali Bifidobacteri e Lactobacilli. I Betaglucani hanno le seguenti caratteristiche:

– Aumento dei livelli di citochine quali IL12 e INF-y

– Attivazione del Pattern TH1

– Risposta citotossica cellulo-mediata

Azione diretta sul Microbiota col seguente comportamento:

  • Ripristino dell’integrità della mucosa intestinale
  • Modulazione della risposta immunitaria
  • Protezione dell’aggressione dai patogeni

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Lo Shiitake, il cui nome scientifico è Lentinula edodes è decisamente uno dei funghi commestibili più diffuso al mondo, secondo solo allo champignon. E’ usato molto in cucina grazie al suo ottimo sapore che ricorda quello della carne ma ha delle proprietà curative non indifferenti che a breve andremo a vedere. Anche lui in natura cresce sui tronchi morti o morenti di faggio, querce, more di rovo, castagni e altre latifoglie, durante l’inverno e la primavera, prediligendo il sottobosco, le foreste, le zone ombreggiate e vicine ai corsi d’acqua. Si trova decisamente più a suo agio nei climi caldi ed umidi e la sua coltivazione è diffusissima in tutto il mondo superando i 2 milioni di tonnellate l’anno, seconda solo a quella dell’ Agaricus bisporus; il nostro prataiolo o champignon. Nelle corti orientali giapponesi lo Shiitake veniva apprezzato e largamente utilizzato per le sue qualità afrodisiache mentre invece in Cina iniziò ad essere coltivato circa 1000 anni fa in una regione montuosa dello Zhejiang, dove ancora ad oggi è molto praticata. La leggenda vuole che un taglialegna, in seguito ad un colpo accidentale provocato con l’accetta sul tronco dell’albero dove già si trovavano i funghi, vide che nei giorni successivi sempre in prossimità della ferita inflitta alla corteccia, nascevano e crescevano a vista d’occhio altri funghi. Ripetè altre volte il solco nell’albero per essere sicuro che non fosse frutto del caso ed infatti tutte le volte ebbe lo stesso risultato, dove veniva incisa la corteccia crescevano rapidamente altri funghi. Ciò accadeva perchè le spore diffuse sul tronco avevano una maggiore quantità di aperture nelle quali germinare. Avviò così una produzione di Shiitake ed entrò nella storia, tanto da essere venerato nei templi che vennero dedicati al suo nome e in suo onore vennero celebrate feste e danze in tutta la provincia dello Zhejiang. Lo Shiitake deve il suo nome alla parola giapponese Shii che vuol dire Castanopsis cuspidta (una varietà di Castagno) e dalla parola take che significa fungo. Un altro dei nomi con cui è famoso è quello di Fungo della foresta o Fungo della foresta nera; in Cina è più conosciuto come Fungo profumato o come Fungo dei fiori bianchi, che è il nome di una specifica varietà bianca di questo fungo chiamata donko. L’attribuzione del nome latino di Lentinus edodes è invece ricavato dalla forma perché Lentinus significa flessuoso e edodes significa commestibile.

 

Lo Shiitake essendo provvisto di uno squisito sapore che assomiglia alla carne viene in primo luogo consumato come alimento e quindi si ha la possibilità di ingerire i suoi splendidi principi curativi, attraverso deliziose pietanze. La quantità di nutrienti e di composti attivi per il nostro organismo presenti nel fungo, si differenzia dalla pianta sulla quale il fungo è cresciuto e ne ha assorbito in parte una certa quantità di sostanze e se assunto secco detiene un valore nutrizionale maggiore delle classiche verdure che mangiamo di solito, sia per la ricchezza di carboidrati sia di proteine; dove nel primo caso si aggira attorno al 58/60% e nel secondo caso del 20/23% e in quantità altamente biodisponibile. Il restante 9/10% è costituito di fibre alimentari e il 3/4% di lipidi. La fonte di vitamine anch’esse biodisponibili per l’organismo è molto alta e in particolare troviamo la provitamina D2 (ergosterolo) che attraverso l’azione del sole si trasforma in calciferolo cioè in vitamina D2. Contiene anche vitamine del gruppo B tra cui la Tiamina (B1), la Riboflamina (B2), la Niacina (B12) e l’acido pantotenico. Lo Shiitake è ricco anche di minerali come ferro, manganese, potassio, calcio, megnesio, rame, fosforo e zinco. Il 5% del peso del fungo secco è costituito da polisaccaridi tra cui troviamo oltre al glicogeno, gli alfaglucani, i betaglucani e il lentinano. Quest’ultimo appartiene alla famiglia dei betaglucani e viene estratto dal micelio del fungo e si è dimostrato essere la molecola attiva principale in grado di modulare efficacemente il sistema immunitario anche e soprattutto a basso dosaggio. Più in generale l’azione dei Betaglucani è dovuta alla loro capacità di modulare la risposta immunitaria non-specifica, coinvolgendo diversi percorsi del sistema immunitario. Essa può attivarsi attraverso percorsi classici o alternativi utilizzando il sistema del complemento, stimolando così le cellule T e aumentando la produzione di anticorpi. Questi percorsi comprendono l’attivazione dei macrofagi e la stimolazione del sistema reticolo endoteliale e l’attivazione dei Natural Killer. I macrofagi sono il bersaglio preferito dei b-glucani che riescono a renderli non solo più attivi ma ad aumentarne la taglia e il numero stimolando così la secrezione del fattore di necrosi tumorale (TNF) e aumentando di conseguenza la fagocitosi degli antigeni. L’altra azione elettiva immunostimolante dei B-glucani è quella di stimolare la formazione e l’attivazione dei leucociti.

Proprietà curative dello Shiitake: per la medicina tradizionale cinese lo Shiitake aumenta l’energia vitale, riduce la fame, cura il raffreddore e combatte la stasi linfatica e l’accumulo di grasso; viene così usato non solo per patologie del metabolismo dei lipidi ma anche e soprattutto per ravvivare il sangue e stimolare il Qi dell’energia vitale primordiale che anima il corpo e ci connette con lo Spirito Universale. Il suo tropismo è principalmente connesso al sistema immunitario, al sistema cardiovascolare e al fegato. La sua somministrazione è quindi particolarmente indicata per: situazioni di rischio cardiovascolare, arteriosclerosi, iperuricemia, patologie tumorali, e alterazioni delle strutture cartilaginee e tendinee. Particolarmente indicato come ipoglicemizzante, immunomodulante, antivirale, battericida, (Streptococcus pyogenes e Staphylococcus aureus), anti-infiammatorio, anti-ipertensivo, anti-trombogenico e epatoprotettivo.  Riduce i livelli di colesterolo cattivo e promuove l’incremento di quello buono HDL, potenzia il sistema immunitario modulando la sua efficienza agendo come spiegato prima sui macrofagi e sulla produzione di interleuchina; per questo motivo gli studi sullo Shiitake stanno proliferando in maniera esponenziale vista la sua efficacia nell’associazione alle cure tradizionali per il cancro. Riduce notevolmente le placche ateromasiche, migliora la resistenza periferica fluidificando il sangue e contrastando la trombofilia, migliora la funzionalità epatica ed è efficace anche per il trattamento dell’epatite B. Ha dato grandi risultati anche sulle cure per l’inibizione del virus dell’HIV e per l’inibizione della formazione della placca dentale migliorando la salute dei denti e prevenendo la formzione delle carie. Rigenera la flora batterica; altro motivo per il quale il suo uso potenzia le difese immunitarie e come effetto secondario migliora ed aumenta la produzione di serotonina accrescendo anche la presenza di batteri buoni nel colon i quali aiutano a migliorare non solo le patologie intestinali ma anche e soprattutto a prevenirne i tumori. Un’altra diretta conseguenza della formidabile azione dello Shiitake è quello di curare la disbiosi intestinale, la candidosi, le cistiti, la stitichezza, la sindrome da malassorbimento, la sindrome da intestino permeabile, l’alvo alterno e in fine la depressione (proprio grazie all’innalzamento della produzione di serotonina a livello intestinale).

Forse molti di voi non sanno che la maggior parte dei funghi medicinali, Shiitake compreso, sono reperibili al supermercato e sono ottimi da cucinare assieme ad altri funghi per accompagnare carne, pesce, pasta o riso. All’interno del mio ultimo libro: “Logge cinesi, vuoto quantico e funghi. Per un approccio olistico all’individuo. Un ponte tra scienza e metafisica”  disponibile su Amazon in versione e-book kindle e cartaceo, trovate tutte le qualità curative dei funghi e le loro correlazioni con la Medicina Cinese, come usarli, e quanto sia facile inserirli sulla nostra tavola di tutti i giorni, di come curarsi in maniera efficace e continuativa senza particolari effetti collaterali. Imparerete a capire come i Cinesi ragionavano e il loro approccio olistico alla vita e all’uomo come frutto del Cosmo nel quale viviamo e come specchio di esso, può solo esserci utile, tanto che esso è attuale più che mai oggi a distanza di secoli.

Letizia Boccabella

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