Sciamanesimo tolteco Nagualismo: il destino e il libero arbitrio nella via del guerriero

“Don Juan mi aveva insegnato ad accettare con umiltà la mia sorte. Il corso del destino di un guerriero è immutabile, mi aveva detto una volta. La sfida è dove può arrivare entro quei rigidi confini, quanto può essere impeccabile entro quei rigidi confini. Se incontra ostacoli sul suo cammino, il guerriero si batte in modo impeccabile per oltrepassarli. Se trova insopportabili difficoltà e sofferenze sul suo cammino, piange, ma tutte le sue lacrime messe assieme non potranno mutare di un filo il corso del suo destino”. (Carlos Castaneda – Il dono dell’Aquila – pag. 108)

“Mi sono arreso al potere che governa il mio destino

Ho abbandonato tutto, così non ho nulla da proteggere

Non ho pensieri, così potrò vedere

Non temo nulla così mi ricorderò di me stesso.

Calmo e sereno

sfreccerò oltre l’Aquila verso la libertà”.

Il guerriero è uno che ricerca la libertà, mi disse all’orecchio. La tristezza non è libertà. Dobbiamo tirarci fuori da questa situazione. Come mi aveva detto Don Juan, avere un senso di distacco implica avere un momento di pausa per esaminare la situazione. Nella profondità della mia tristezza capivo cosa volesse dire. Avevo il distacco; dipendeva da me cercare di usare la pausa nel modo più corretto”. (Carlos Castaneda – Il dono dell’Aquila – pagg 108, 127)

Ogni guerriero ha un destino tracciato dal potere e che ci piaccia o no, come diceva Don Juan, dobbiamo accettarlo in totale umiltà. Non abbiamo la possibilità di andare oltre determinati confini sebbene, possiamo muoverci con estrema impeccabilità, all’interno di suddetti confini, senza sprecare energia e senza cedere all’autocommiserazione. Sarà il nostro potere personale a decidere per noi, a indicarci la via e a metterci nelle condizioni di ampliare il ventaglio delle possibilità che ci si presenteranno, ma sempre entro determinati binari, sempre entro le linee tracciate dal Nagual per noi. Agitarsi e sbattere i piedi contro tale ineluttabile verità, non farebbe altro che consumare anzitempo il nostro potere. Parlo da vera lottatrice, da una che non si arrende mai, che è disposta a fare la guerra se necessario ma in ultima istanza, solo se realmente necessario. Eppure ci sono delle cose sulle quali non mi è minimamente possibile agire, che sono più grandi di me, e che rientrano nella sfera dei miei fallimenti eppure, comportandomi da guerriera, ho smesso di fare un dramma per questi fallimenti. Ho compreso quello che c’era da capire e sono andata avanti; se fossi rimasta inchiodata in quelle situazioni avrei solo perso energia e non sarei stata impeccabile. E’ questo il messaggio che Don Juan vuole far passare a Castaneda, vuole insegnargli innanzitutto a prendersi la responsabilità delle sue azioni e poi a distaccarsi dal risultato di quelle azioni. Nessun comune mortale fa questo, o quanto meno sono in pochissimi a farlo, mentre per un guerriero deve essere l’atteggiamento di base col quale vivere. E’ per questo che bisogna comprendere cosa voglia dire non avere libero arbitrio.

In questo secondo libro sul Nagualismo La voce del vedere Conversazioni con Shiba, il quale nasce dalla seconda attenzione, ho dovuto prendere atto dei rigidi confini nei quali noi esseri umani possiamo muoverci; letteralmente reclusi in gabbie che i Voladores hanno confezionato per noi abbellendole di lucine e pareti colorate, oppure, in aree molto più vaste e sconfinate ma pur sempre seguendo le strade che il potere ha già tracciato per noi.. resta solo la consapevolezza di prenderne atto e di arrendersi a quello che il Nagual ha deciso per la nostra vita, cercando di corteggiare con sempre maggiore intensità l’Intento per avere con lui un rapporto diretto, oserei dire quasi amichevole, cosicché egli risponda pronto e ci soccorra nei momenti di difficoltà. E’ questa la meravigliosa differenza che esiste tra l’essere delle pedine nelle mani del potere e non avere libero arbitrio, ma un ventaglio decisamente più ampio di possibilità per realizzare cose ritenute incredibili dagli altri esseri umani, oppure essere schiavi della mente del Voladores. In questo secondo caso si vive nella totale inconsapevolezza con la presunzione di avere delle scelte, di compiere delle azioni generate dal dominio della nostra volontà.. ma è davvero una mera illusione, la peggiore delle chimere!

Smettiamo di vivere all’età di 6 o 7 anni, quando il punto di unione si blocca in conseguenza al processo di educazione. Da allora in poi, la vita dell’essere umano è una mera ripetizione di azioni già compiute ed emozioni già provate, che si ripresentano ciclicamente mascherate da novità solo perché cambiano i personaggi e i luoghi in cui si svolgono quelle azioni, così da illuderci di vivere nuove esperienze. Com’è possibile questo? E’ non solo possibile ma inconfutabile, il problema è che ne abbiamo perso la memoria. Tutti quanti ci dimentichiamo del nostro vissuto di esseri magici e consapevoli, e il risultato di questo oblio è il vivere le nostre banali esistenze senza mai domandarci se esista qualcosa di migliore, qualcosa che ci faccia vibrare ad un livello più alto, qualcosa che ci dia maggiore soddisfazione rispetto all’invecchiare senza sperimentare mai più nulla di nuovo. Questo stato di cose può essere variato solo in conseguenza ad anni di ricapitolazione. Quest’ultima non solo è l’unica tecnica in grado di farci recuperare energia dal nostro passato, ma è anche l’unica possibilità che abbiamo per vedere chi siamo realmente e smetterla di credere di essere delle brave persone convinte della nostra irreprensibilità, quando ad un esame più attento, ci diviene palese che quello che facciamo come esseri adulti e solo presumibilmente maturi, sono degli escamotage per sopravvivere agganciando energia e attenzione dagli altri. Quindi; se ci ritroviamo tutti nel medesimo stato di cose, come possiamo affermare di avere libero arbitrio? Come possiamo pensare di avere una scelta? La scelta non esiste se pensiamo di essere apposto con noi stessi e se siamo convinti di agire per nostro conto, quando giriamo a vuoto nella ruota del criceto? Nel primo libro che ho scritto sulla ricapitolazione; Sciamanesimo tolteco Influenzare il tessuto della realtà ho approfondito questo argomento e naturalmente la tecnica stessa in ogni sua sfaccettatura per darvi una panoramica di cosa si possa realmente ottenere con la sua pratica. Vi lascio quindi il link dell’articolo dove potete trovare un file audio dei primi due capitoli, scaricabile gratuitamente, per poi decidere se acquistarlo o meno.

Come dice Don Juan a Castaneda abbiamo una sola possibilità e cioè accettare di non essere liberi e sviluppare il distacco necessario per comprendere di non esserlo e allo stesso tempo sfruttare il potere che l’intento ci concede per usare la pausa di consapevolezza fornita dalla ricapitolazione e smetterla di consumarci nell’ impossibilità di avere libero arbitrio. Del resto il potere, cioè l’Aquila, ci ha concesso la possibilità di avere una possibilità per sfidarla ed entrare nella libertà di continuare a vivere senza un corpo nella seconda attenzione. Parlo di seconda attenzione perché nessuno è mai tornato dalla terza attenzione e fino ad ora non ci sono resoconti specifici da parte del lignaggio tolteco in merito ad essa. Possiamo solo accontentarci di sapere che esiste. Per quanto riguarda invece, la consapevolezza accresciuta da un’altra parte dell’addestramento che ricevette Castaneda dopo anni dalla dipartita di Don Juan, ed elargito dalla donna Nagual di Don Juan; Florinda Matus, lui scrive la sua testimonianza nell’introduzione agli aforismi sul Secondo anello del potere, in La ruota del tempo. Egli esprime una disamina spietata sul modo di essere degli apprendisti rimasti, dopo la dipartita di Don Juan, e dell’importanza del ruolo di specialista dell’agguato di Florinda, descrivendo le sue interazioni con loro nel seguente modo.

Fatta eccezione per Florinda Donner Grau e Taisha Abelar, gli apprendisti di Don Juan non amavano molto Florinda. Lei, anzi, costituiva una presenza minacciosa, qualcuno che non avrebbe mai concesso loro la libertà a cui sentivano di avere diritto. Lei non celebrava mai i loro successi pseudo-sciamanici e li costringeva ad interrompere le loro pratiche ogni qualvolta si allontanavano dalla strada dei guerrieri. Ne il Secondo anello del potere, questa lotta tra gli apprendisti è più che palese. Erano un gruppo allo sbaraglio, individui malati di egocentrismo, dove ciascuno faceva il proprio gioco, ciascuno si sforzava di affermare il proprio valore individuale. Da quel momento in poi, tutti gli eventi della nostra vita furono profondamente influenzati da Florinda Matus, che tuttavia non volle mai occupare un posto di primo piano. Rimase sempre una figura sullo sfondo, saggia, divertente e spietata. Florinda Donner Grau e io imparammo ad amarla come non avevamo mai amato nessuno, e quando se ne andò, alla Donner Grau lasciò il suo nome, i suoi gioielli, il suo denaro, la sua grazie e il suo savoir-faire. Da parte mia, pensavo che non avrei mai scritto un libro su di lei; se qualcuno doveva farlo, pensavo, quella era Florinda Donner Grau, la sua autentica erede. Io ero come Florinda Matus… solo una figura sullo sfondo messa lì da Don Juan per alleviare la solitudine di un guerriero, e godere del mio passaggio su questa terra”. (Carlos Castaneda – La ruota del tempo- pagg. 175,176)

Per acquisire la serenità necessaria ad accettare il proprio destino, ci vuole distacco; quel distacco che il guerriero coltiva per tutta la vita attraverso l’arte dell’agguato di cui Florinda Matus era maestra indiscussa. Per accettare di non possedere libero arbitrio ci vuole sempre lo stesso distacco, e una buona dose di indifferenza di fronte ai comportamenti del prossimo. Questo cocktail potente assicura una strana pace che si impossessa del guerriero, una pace che si diffonde tutt’intorno a lui e che contagia chi gli sta accanto. Oltre la pace, Don Juan diceva che l’unica emozione che valeva la pena coltivare, era la gioia e come dargli torto! La gioia porta con sé leggerezza e il guerriero, per la stessa natura della sua scelta di vita, deve essere leggero. Non avrà libero arbitrio ma nell’essere consapevole di questo è comunque leggero e gioioso nell’affrontare le sfide che la vita e che il Nagual gli pone innanzi. Il resto dell’umanità non ha nessuna capacità decisiva perché tutto quello che fa e le azioni che compie sono frutto della mente del Voladores e degli schemi che si sono sedimentati nella sua storia personale fino ai primi 6/7 anni di vita. Il guerriero ha molto più potere e quindi più spazio di manovra perché ha accumulato potere personale attraverso l’addestramento e il suo legame con l’Intento. Questa connessione gli da la possibilità di creare delle condizioni di vita ideali, di fronte alle quali, pochi altri avrebbero potuto fare lo stesso; ma resta comunque confinato entro i limiti che il potere ha deciso per lui e non c’è modo di trascendere certi comandi. Li si può solo accettare in silenzio e con tutto il rispetto possibile. Resta il fatto che il libero arbitrio non esiste nemmeno per lui. Quello che può fare lo decide il potere e così la sua vita diventa un’opera d’arte forgiata dall’Intento.

Il corso di I Livello di Sciamanesimo tolteco Influenzare il tessuto della realtà, è iniziato a Febbraio 2024, quindi non è più possibile frequentare quello di gruppo, bensì potete richiedere un colloquio telefonico con me, per poter accedere allo stesso corso ma in individuale, contattandomi al 320.0654171.

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Il guerriero sfrutta l’arte dell’agguato per riuscire ad accettare appieno i comandi del potere e per realizzare il destino che l’Intento ha scelto per lui; se non avesse a disposizione queste tecniche, sarebbe impossibile per lui realizzare e portare a compimento quanto gli viene ordinato. Parlo con cognizione di causa perché dal momento nel quale il potere mi chiamò per la prima volta, nonostante la mia reticenza e gli anni passati a cercare di eludere il mio compito, dovetti cedere, e lo feci immediatamente, capendo che non potevo più rimandare. Nessuno può sottrarsi al proprio destino, lo ripeto, nessuno! Ma si può accettarlo e portarlo avanti col massimo dell’impegno e della dignità, questo sì, questo è assolutamente doveroso farlo e direi che ambedue questi attributi vanno coltivati nel corso del tempo avendo cura di non scordarsene mai. Se il potere non avesse delineato i binari della mia vita, sicuramente avrei fatto altro, eppure mi sento fortunata e so di esserlo per aver ricevuto in dono una simile esistenza. La via del guerriero non comporta delle certezze ma delle sfide continue e come tali vanno considerate. Non si può pensare di riuscire o di fallire in termini generali, bensì si deve insistere ogni volta con i particolari, con i dettagli, con i singoli pezzetti del puzzle che solo in un secondo momento prenderanno forma e andranno a sistemarsi nella scacchiera disegnando il quadro generale. Rassegnatevi dunque a comprendere che il gioco non lo guidate voi e che l’unica scelta che avete in conseguenza alla chiamata dello Spirito è una: avrete la possibilità di diventare pedine nelle mani del potere, invece che rimanere schiavi del Voladores.

®Letizia Boccabella

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