Il concetto di Salute in Medicina Tradizionale Cinese e in Omeopatia

salute-equilibrio

Il  concetto di salute per le antiche tradizioni mediche come quella Cinese o come l’Ayurveda, ma anche per quella più recente dell’omeopatia, si basa su un paradigma completamente diverso da quello attualmente vigente nell’allopatia. Quest’ultima si è specializzata nel vedere il corpo umano come un insieme di organi che svolgono un lavoro a se stante, paragonandoli a pezzi di una macchina che quando si rompono possono essere sostituiti e reintegrati al limite con pezzi artificiali. Con questo approccio riduzionista e meccanicista si perde il senso profondo e la visione olistica del funzionamento dell’organismo umano il quale non solo lavora in uno stato di continua sincronicità tra tutte le cellule che lo compongono, ma anche e soprattutto in mutuo interscambio tra l’ambiente esterno e quello interno, rendendolo un sistema aperto; così definito se si vuole adottare un linguaggio fisico e non chimico o semplicemente biomolecolare. Un famoso detto tramandato di generazione in generazione sia nella Medicina Tradizionale Cinese sia nell’Ayurveda, recita che: “E’ nostro dovere nei confronti del resto dell’umanità essere perfettamente sani perchè siamo onde nell’oceano della Coscienza e quando siamo malati anche solo leggermente, stiamo distruggendo l’armonia cosmica“. Noterete facilmente l’abisso concettuale ed esistenziale che si cela dietro questo paradigma rispetto a quella limitata concezione che abbiamo oggi della salute e dell’equilibrio. Lo scopo principale di queste antiche dottrine come anche della più recente omeopatia o fitoterapia o di qualunque altra disciplina olistica, è quello di riportare il corpo verso l’equilibrio originario il quale è presente in ogni individuo a prescindere dal fatto che possa essere più o meno malato. Secondo quello che potremmo definire il buon senso comune, l’atteggiamento corretto per un adeguato stato di salute dovrebbe essere quello di prendersi cura di se stessi; mentre invece il verso segreto è difatto l’esatto opposto! Dobbiamo permettere ai nostri corpi di prendersi cura di noi! I migliardi di cellule di cui è composto il corpo umano sanno perfettamente ciò che devono fare ed esplicano i loro compiti sotto la guida del cervello (di cui ricordo essere provvista ogni singola cellula e che si trova sulla membrana di quest’ultima), il quale a sua volta smista i messaggi che arrivano dalla mente la quale trasduce gli input che realmente soggiacciono allo Spirito. Queste antiche tradizioni pregne di saggezza ci ricordano che l’intero sistema uomo è stato meravigliosamente disegnato per mantenere questo stato di omeostasi indefinitamente. Le cellule specializzate di ogni organo e tessuto dialogano e collaborano costantemente le une con le altre sapendo istantaneamente cosa fanno le proprie colleghe; senza limiti di tempo e di spazio. Ciò significa che la cellula del dito mignolo è in assetto di totale sincronicità con il neurone dell’ippocampo piuttosto che con una cellula del miocardio. In realtà la medicina moderna conosce meno del 10% di ciò che realmente avviene nel nostro corpo, perchè quest’ultimo è intriso di una sua specifica saggezza interna la quale sa di per sé cosa sia davvero buono ed utile per farlo stare bene. L’omeopatia ci insegna così come la Medicina Tradizionale Cinese e l’Olismo in genere che non sono i medici a guarire i pazienti, bensì essi, nel rispetto e nella sacralità dell’essere umano che hanno di fronte, sono in grado di aiutare la persona a mandare messaggi diversi da quelli instaurati dalla patologia per sostenere l’organismo e dargli la possibilità di ritornare allo stato originario di salute facilitando il processo di autoguarigione già insito in ogni cellula del corpo. Seguendo questa stessa logica dovremmo riflettere sul fatto che ogni cosa che noi facciamo per prenderci cura dei nostri corpi è semplicemente un modo con il quale dovremmo dare la possibilità al corpo stesso di prendersi cura di noi! Il Sistema Nervoso Centrale e tutto il cervello, lancia costantemente un vero e proprio torrente di informazioni le quali creano un circuito che viene chiamato di feedback loop; ovvero sia un torrente di mutuo interscambio di informazioni di cui una parte funziona in maniera automatica, mentre l’altro viene influenzato da quello che chiamiamo libero arbitrio, il quale dipende dalle nostre scelte più o meno coscienti. Le percezioni delle esperienze che facciamo e le nostre scelte entrano giorno per giorno a far parte di questo circuito corporeo mandando un segnale dal cervello alle cellule che si trasduce in un input chimico. Il bello di questo meccanismo è che per le cellule non esiste alcuna differenza tra un messaggio che inizia come un’emozione oppure come un ormone estrogeno o una scarica di adrenalina; perché di fatto nel corpo non esiste un pensiero che non sia correlato ad una emozione e che non abbia un riverbero in una qualche specifica area dell’organismo. E’ ovvio che uno stile di vita sano improntato su una discreta attività fisica giornaliera, un’alimentazione equilibrata, una corretta e profonda respirazione e l’osservazione di una pratica meditativa quotidiana siano tutte corrette indicazioni da rispettare, l’importanza maggiore però è rivestita dai messaggi consci ed inconsci che le nostre cellule ricevono. Nello specifico l’inconscio è quello che ha un potere soverchiante del 90% rispetto a quella che definiamo coscienza, è quindi fondamentale per mantenere o riguadagnare un ottimo stato di salute, indagare sulle emozioni negative che si sono sedimentate nell’inconscio e attraverso specifiche tecniche andare a rimuovere quelle che hanno dato luogo alla patologia sostituendole con messaggi più adatti per tornare passo dopo passo verso l’omeostasi iniziale.

In realtà il segreto più profondo di un grande cambiamento di approccio nei riguardi della salute e della cura, è quello di rendersi conto che l’essere umano non è il solo ad avere una mente, essa non è di suo unico appannaggio; perché anche l’ambiente ha una sua specifica mente come il nostro stesso magnifico pianeta Gaia ha una mente! Tutte queste menti tra loro stratificate sono in correlazione con la mente Universale; nulla può esistere separato dal tutto o dal Tao, come ci insegna la Via della Medicina Tradizionale Cinese, semplicemente perché viviamo e siamo immersi nel Tao. La profonda Spiritualità e conoscenza di questa antica dottrina ci porta a comprendere che l’armonizzazione di tutti questi livelli diviene la base necessaria per una vita longeva ed in salute. Quando si giunge ad una tale profondità di pensiero si evince facilmente che ogni essere organico o inorganico presente nell’universo possiede un suo specifico e prezioso modo di pensare e di interagire con tutto ciò che lo circonda; sicuramente lo fa in maniera diversa dai classici processi mentali ai quali siamo abituati noi esseri umani, ciò non toglie però che ad ogni livello di coscienza corrisponda un’adeguata attività mentale che implica capacità di adattamento, interscambio, sopravvivenza, longevità e negli esseri organici una spiccata tendenza alla creatività che implica diversità e complessità. L’auto-organizzazione di ogni singolo sistema vivente integrato e in relazione con il proprio ambiente non ammette un piano evolutivo prestabilito; con questo intendo dire che, nel concetto del taoismo di cui l’arte della longevità è espressa nella MTC, l’evoluzione è una sorta di magnifica avventura che procede incessante senza soluzione di continuità e di cui il suo fine estremo è l’evoluzione stessa! Credo quindi ed in tutta onestà che per quelli che pensano che la vita e l’Universo o gli universi presenti, siano il risultato del caos, essi stessi siano davvero molto lontani da un approccio sistemico nel quale è impossibile non notare il grande ordine insito nella vita, la quale continua ad affermare se stessa nonostante tutte le difficoltà, gli ostacoli, le malattie ed i cataclismi a cui è esposta dagli albori dei tempi. In poche parole la capacità di adattamento degli organismi all’ambiente per garantire la sopravvivenza non è un processo unilaterale bensì una coevoluzione di organismo e ambiente a tutti i livelli; esattamenta come espresso a chiare lettere dalla MTC e più precisamente nel Suwen: “Si giunge infine all’ultimo stadio, quello del Grande grezzo (Tai su), cioè dell’apparizione della materia da modellare, con l’attività umana che vi corrisponde e l’arte perfetta di lavorare il grezzo, senza lasciarvi traccia. Questa è la medicina autentica. Essendosi rifatti all’origine, si comprende come il Huangdi Neijing insegni a svelare e a trattare le malattie, attraverso ciò che si sa della germinazione della vita e del suo sviluppo. E l’osservazione può cominciare, in linea con l’evoluzione naturale, prima di ogni perversione e di ogni artificio. E’ anche sollecitando questa materia prima che si cerca di ricondurre nella corrente semplice della sua vita l’essere perturbato“.

Il concetto dominante che vige alla base di tutta la scienza omeopatica racchiude in sè lo stesso enunciato che il il grande Ippocrate fondatore dell’arte medica dichiarò con enfasi e vigore; il quale espresse la necessità di approcciare non alla malattia, bensì al malato che manifesta una specifica patologia! La sacralità dell’individualità umana era per lui assolutamente inviolabile, tanto nella salute quanto nella malattia! In oltre in Omeopatia vige la Legge del Simillimum che il suo fondatore Hahnemann coniò per illustrare il metodo di terapia basato sulla legge di similitudine la quale trova piena corrispondenza con il concetto di similia similibus curentur in cui l’idea che i simili si curino con i simili differisce fondamentalmente dal concetto di contraria contrariis curentur, appannaggio dell’odierna allopatia. Con il punto di vista omeopatico si enuncia che ogni sostanza (o veleno) contiene dentro di sé il proprio antidoto e, pertanto, si conferma che la natura è il primo medico a cui affidarsi. Questi principi, compreso quello della naturae medicatrix erano stati già espressi da Ippocrate, come quello di cui sopra riguardante l’unicità dell’essere vivente, che già ai suoi tempi (460 e il 377 a.C.) comprese essere una delle pietre miliari nella cura dell’uomo, la quale doveva mantenere il carattere della non invasività, rispettando a pieno la naturale capacità di un corpo di rimettere in atto la sua propria attitudine all’ autoguarigione. Uno dei fondamenti della dottrina omeopatica si regge proprio sull’assunto che una data sostanza come per esempio un forte veleno, agisca da medicamento quando usata in quantità e dosaggi infinitesimali (o relativamente deboli), mentre esercita un’azione tossica e nociva se usata in dosi ponderali. Oltretutto la finezza dell’omeopatia risiede nell’associare ad ogni rimedio una specifica serie di sintomi mentali e quindi emotivi, con una specifica lateralità corporea dove spesso si assiste a sintomi per una stessa patologia che hanno precise indicazioni per specifici punti dell’organismo. Per non parlare poi dell’aggravamento o del miglioramento del rimedio che prende in considerazione anche le fasce orarie nella medesima giornata, le condizioni metereologiche e ambientali o l’attitudine del paziente a svolgere delle mansioni piuttosto che altre; comprendendo lo specifico carattere e la personalità dell’individuo che per tornare nuovamente ad Ippocrate, riveste il punto cruciale o la chiave che dir si voglia per scegliere la cura corretta da sommnistrare al paziente che mai e poi mai, sarà uguale ad un altro benché soffra della stessa patologia.

Un esempio banale ma estremamente calzante che unisce la visione omeopatica a quella della Medicina Tradizionale Cinese, è quello di confrontare due rimedi omeopatici la Nux Vomica e il Lycopodium i quali agiscono entrambi sul Fegato e la Vescica biliare (cistifellea) ma con modalità completamente diverse e adatti a personalità completamente diverse. Tutti e due efficaci nel riequilibrare la Loggia Legno ma il primo è un soggetto prettamente yang, con una mente yang ed un carattere yang il che vuol dire che, sarà un attivo, estroverso, mondano, alla continua ricerca di piaceri di qual si voglia natura compresi quelli della conquista del gentil sesso. E’ per eccellenza un organizzatore nato ed ha la sindrome del menager, è un impositivo che per nulla ama essere contraddetto e che spesso cede alla collera, detesta il vento e ama le sostanze eccitanti come caffè e alcolici che tra le tante cose per lui sono dannosissime. Ha quasi sempre problemi digestivi e sviluppa calcoli alla cistifellea; nel tempo se non adotta un sano stile di vita e rimane vittima di vessazioni nel campo lavorativo va incontro ad infarto. Soffre di stasi post-prandiale la quale lo induce alla necessità di 20 minuti di pisolino dal quale riemerge ristorato e pronto nuovamente all’azione. Di contro il Lycopodium è un soggetto yin, molto più silenzioso e diplomatico, evita le discussioni e spesso è un introverso che poco ama stare al centro dell’attenzione, a meno che non conosca molto bene l’ambiente nel quale si trova e allora cede alla loquacità che a volte diviene logorrea. E’ molto meno intraprendente ed ha una natura sognatrice, specialmente le donne che appartengono a questo rimedio, vedono il principe azzurro in ogni uomo che le corteggia per altri fini. Raramente cede alla collera, piuttosto implode e si logora il fegato ,ed è per questo atteggiamento mentale che ha sempre problemi. Anche lui soffre di patologie a carico del gastroenterico, digerisce male e presenta spesso steatosi epatica, e la sua siesta post-prandiale necessita di un ora abbondante per riprendersi, perché tutto in lui è più lento, è più yin appunto!  Un altra chicca di questo rimedio è che sogna spessissimo di volare! Questo brevissimo escursus voleva solo essere una tiepida nota per far comprendere meglio al lettore quanto l’approccio dell’olismo sia completamente diverso e mille volte più profondo di quello che oggi viene insegnato alla facoltà di medicina. Con questo concludo sottolineando che le ultime righe non vogliono essere una polemica bensì un adeguato spunto di riflessione per chi ha voglia di mettersi in discussione e per chi è fornito di una mente abbastanza aperta da vedere che, se si presentano dei limiti nell’approccio stesso alle cure, bisognerebbe in tutta onestà cercare di oltrepassare questi limiti provando a cambiare il punto di vista, perchè spesso e volentieri la soluzione si trova quando si guardano le stesse cose con occhi diversi! Namaste.

Letizia Boccabella

 

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